Come gestire le emozioni intense dei propri figli

Una strategia utile ed efficace per aiutare i nostri figli a gestire al meglio le emozioni intense, come ad esempio una crisi di rabbia, è descritta in alcuni dei diversi lavori di un noto psichiatra americano, Daniel Siegel, autore di numerosi libri e corsi dedicati al parenting.

Il suo approccio parte dall’osservazione dell’anatomia del cervello e dalle diverse funzioni che svolgono i suoi due principali emisferi:

  • l’emisfero cerebrale sinistro, deputato al pensiero logico, analitico, sede del linguaggio verbale e responsabile dell’interpretazione delle informazioni in maniera letterale, e
  • l’emisfero cerebrale destro, capace invece di percepire le emozioni e le informazioni provenienti dal corpo, non rispondente ad una logica lineare, sede della comunicazione non verbale e capace di contestualizzare gli eventi, riuscendone a cogliere il quadro generale.

Molte volte questi due emisferi sono stati descritti in maniera semplicista, utilizzando la personificazione di uno scienziato (emisfero sinistro) e quella di un artista (emisfero destro). Cosa diavolo c’entra questo con mio figlio che, quando non vuole andare via dal parco, si lancia a terra e scalcia come un forsennato? C’entra eccome!

Quando nostro figlio è alle prese con un’emozione molto intensa, come ad esempio la rabbia o la frustrazione, spesso siamo tentati di concentrarci sui fatti e proviamo a dare soluzioni ricorrendo a frasi del tipo:

“Non preoccuparti. Non c’è niente di cui aver paura”

Al parco ci torniamo domani.

“Che sarà mai se si è rotto… Puoi sempre aggiustarlo o anche

Non c’è motivo di piangere.

In queste risposte basate sulla logica non c’è nulla di sbagliato, se non il fatto che non funzionano quando un bambino è travolto da emozioni intense, quando cioè è nel pieno di una crisi di pianto o in preda ad una crisi rabbia che ha avuto origine nell’emisfero destro del cervello. In questi casi, è fondamentale realizzare un’integrazione tra i due emisferi del cervello, facendo sì che funzionino come una squadra.

Chiaramente un bambino non è in grado di fare tutto questo da solo e ha bisogno dell’aiuto dei genitori, ma come?

D. Siegel introduce una strategia molto efficace e le riassume con i termini “Entrare in sintonia“e “reincanalare”. Tale strategie prevede due passi:

1) Entrare in sintonia con l’emisfero destro. Quando un bambino è sopraffatto da emozioni intense, rabbia, agitazione, la logica non funziona finché non abbiamo soddisfatto i bisogni emozionali dell’emisfero destro del suo cervello. Per farlo dobbiamo entrare in sintonia con il bambino usando il nostro emisfero destro, per esempio dimostrando a nostro figlio che capiamo come si sente, senza giudicarlo, dimostrandogli il nostro affetto tramite il contatto fisico (gli teniamo la mano o lo abbracciamo) e rivolgendoci a lui in modo amorevole, usando espressioni del volto che comunichino comprensione. Questi gesti ci permettono di entrare in sintonia emotiva con nostro figlio, facciamo sì che lui si senta sentito e capito, una sensazione che trasforma il caos in calma. È solo a questo punto che si può passare al secondo passo della strategia, ossia il “reincanalamento”.

2) Reincanalare con l’emisfero sinistro. Quando ci rendiamo conto che nostro figlio si è calmato a sufficienza da recepire un approccio più razionale, “da emisfero sinistro”, possiamo passare alla fase di “reincanalamento”: per esempio possiamo cercare di trovare una soluzione al problema insieme al bambino oppure fare delle proposte su ciò che potrebbe fare, ora che si sente più tranquillo e ha recuperato l’autocontrollo.

Nella vignetta che segue viene illustrato un tipico esempio di come una situazione può essere affrontata entrando o non entrando in sintonia emotiva.

Bibliografia: Daniel J. Siegel, Tina Payne Bryson, “12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo del bambino”. Raffaello Cortina Editore